17 dicembre 2003 Una Benedizione Speciale

benedetta

 

La mattina del 16 dicembre siamo partiti per Roma e non immaginavo cosa mi sarebbe successo in quei due giorni. Ero già abbastanza intimorita ed emozionata perchè ero l’unico lupetto del mio gruppo di Torre che aveva avuto la fortuna di andare in udienza dal Papa. “E’ un’occasione da non perdere” mi ripetevano tutti quanti.

Ma quando durante il viaggio i capi sono venuti a dirmi che toccava a me portare la Luce di Betlemme al Papa, vi assicuro che in quel momento con il cuore che mi batteva forte avrei voluto riprenderemi il mio zaino e correre verso casa. Ho cominciato a chiedermi: Ma perchè proprio io? – Qualcuno diceva che forse era per il mio nome, Benedetta, ma in verità il perchè non l’ho ancora capito, so solo che proprio io ho avuto la fortuna di avvicinarmi al Papa, un avvenimento che non capita a tutti neanche una volta nella vita.

Questa notizia mi aveva sconvolto, ero contenta ma anche impaurita. “Cosa dovevo fare? Io da sola? E se mi cadeva la lampada? E se inciapavo? E il Papa come sarebbe stato? Cosa dovevo dire?” Caspita! – pensavo – l’ho sempre visto in televisione o  sul giornale e questa volta sarei stata vicino a lui. E quanti amici miei avrebbero tanto voluto essere al posto mio e mi dispiaceva per loro. Oddio che mal di pancia avevo con tutti questi pensieri, però pensavo anche che mi stava capitando qualcosa di grande. E grazie ad Akela, Debora, che mi è stata vicino, mi sono tranquillizata.

Quando la mattina dopo siamo partiti col pullman per andare alla sala Nervi, avevo ricominciato ad agitarmi. Ero contenta perchè un’altro bambino veniva con me, e invece poi al posto suo è venuto un capo scout anziano di un’altra associazione. Siamo diventati amici e mi rassicurava dicendomi che gli scout sono coraggiosi. L’aula Nervi era piena di gente e noi eravamo seduti nelle poltrone davanti e aspettavamo il nostro turno per portare la lampada. Quando arrivò il nostro momento ero talmente

Continua a leggere