Scout, nel nuovo giuramento potrebbe sparire la parola Dio

da Repubblica di Oggi:

La Scout Association britannica, casa madre dell’associazione fondata nel 1908 da Baden-Powell, lancia una consultazione per produrre una versione laica della dichiarazione pronunciata dai ragazzi

 

LONDRA – Una buona azione quotidiana e una fervida fede in Dio sono da oltre un secolo le caratteristiche dei boy scout. Ma adesso l’associazione fondata nel 1908 in Inghilterra da Robert Baden-Powell e poi diffusasi in tutto il mondo sembra intenzionata ad aprire le porte al secolarismo. Per la prima volta, infatti, la Scout Association britannica, che è come dire la casa madre del movimento, ha lanciato una consultazione tra i suoi membri per produrre un giuramento laico da offrire come alternativa agli iscritti che non si sentono di promettere fedeltà a Dio. Secondo le indiscrezioni pubblicate oggi dal quotidiano Guardian di Londra, le prime indicazioni sono a favore dell’iniziativa, per la quale varie associazioni secolariste hanno fatto da tempo pressioni.

“La religione resterebbe un elemento chiave del nostro movimento, anche se venisse approvata una variante del giuramento”, afferma Wayne Bullpitt, commissario capo della Scout Association del Regno Unito. “Tuttavia, nei niostri 105 anni di storia, abbiamo continuato a evolverci in maniera da mantenere la nostra rilevanza presso tutte le comunità di questo paese”. Conferma Julie Bentley, amministratore delegato dalla Guide Association, un’associazione parallela a quella dei boy scout: “E’ un passo che la dirigenza del movimento intendeva fare già da qualche tempo”.

Di riforme, la Scout Association, ne ha fatte tante nella sua lunga storia. In questo paese ha ammesso le ragazze, le girl-scout, dal 1976. E il riferimento a Dio nel giuramento, o meglio nella “Promessa scout”, era considerato utilizzabile non solo per i cristiani ma da 40 anni anche per la maggior parte delle religioni, sostituendolo con Allah per i musulmani o con “il mio Dharma” per i buddisti. Qualche anno fa il caso di un bambino inglese di 11 anni, George Pratt, che è stato nei boy scout per vari mesi ma non si sentiva di pronunciare il giuramento a Dio perché cresciuto in una famiglia laica, ha fatto emergere il problema e l’ipotesi di una promessa secolarista.

Il testo attuale della Promessa Scout, nella versione inglese, afferma: “Sul mio onore prometto che farò del mio meglio per compiere il mio dovere verso Dio e verso il Re (o la Regina, ndr.), per aiutare le altre persone in ogni momento, per osservare la Legge Scout”. Tale dichiarazione viene solitamente pronunciata dopo un periodo iniziale di training in cui si verifica la disponibilità del ragazzo, o della ragazza, ad appartenere al movimento scout. In Italia ne esistono varie versioni, a seconda del tipo di associazioni scout. Quella dell’Asci, Associazione Scouts Cattolici Italiani, è così: “Con l’aiuto di Dio prometto sul mio onore di fare del mio meglio per compiere il mio dovere verso Dio e verso la Patria, di aiutare il prossimo in ogni circostanza, di osservare la legge Scout”. Ma anche tutte le altre fanno esplicito riferimento a Dio. In futuro la svolta preannunciata ora a Londra potrebbe permettere agli scout di tutto il mondo di fare buone azioni anche senza la benedizione del Signore.

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