La comunità, la fratellanza e la famiglia felice sono valori cardine dell’essere scout. Questi stessi principi, oggi, ci obbligano a stare lontani gli uni dagli altri per tornare al più presto a gioire insieme di un affettuoso abbraccio.
Otto anni fa il clan di Torre fece l’esperimento “Free Hugs” in centro a Padova. Guardandolo adesso prende un significato ancora più intenso.
è passato circa un mese da quando abbiamo dovuto annullare il nostro grande evento del Thinking Day. La nostra esistenza era variata in attimo, nel giro di qualche ora è stata totalmente scompaginata, come le pagine di un libro senza copertina caduto per terra. Non era mai successo prima che lo scoutismo italiano si fermasse, nemmeno al tempo del fascismo, quando Mussolini sciolse le attività scout, come abbiamo potuto vedere nel film “Aquile randagie”, ma il nostro senso civico, la nostra promessa, ci impone di rispettare le regole, pur cercando di essere Comunità anche in questa particolare situazione. Ad un metro di distanza si possono fare tante cose.
Ogni Comunità Capi, nella propria autonomia decisionale e sempre sul pezzo (non hanno mai smesso di fare riunioni in videoconferenza), sta mettendo in atto delle attività “diverse” che il mondo Web ci permette di sperimentare, questa volta in modo costruttivo.
E’giunto il momento di rimboccarsi le maniche! Nel tempo che ci viene imposta la lontananza fisica, facciamo vedere che lo spirito scout ci fa sentire comunque vicini con il cuore e con la testa. Pensando ai nostri Castorini/e, Lupetti/e, Esploratori/trici, Rover e Scolte, bisognosi di incontrarsi ed incontrarci in questo tempo di isolamento sociale, ci dona speranza sapere di contare sulla creatività e sull’abilità che lo scoutismo ci ha insegnato. Grazie a questa tradizione educativa, i nostri Capi sapranno trovare le modalità più opportune per continuare a vivere come una Comunità, cercando di impedire la disgregazione del tessuto sociale, facendoci trovare pronti con cortesia e gentilezza sapendo che ognuno di noi ha bisogno dell’altro. Affinché questo si realizzi, faremo tutto il possibile perché prevalga la speranza sulla disperazione.
Forse passerà un po’ di tempo prima di tornare alla normalità, ma la nostra Comunità scout lo potrà fare bene e in fretta, se riusciremo a mantenere vivo il fuoco anche a distanza.
Anche noi “adulti” (genitori e capi) dovremmo reinventarci per trasformare la solidarietà che prima del 22 febbraio, in silenzio, eravamo abituati a svolgere. Ebbene, grazie alla passione sociale che caratterizza la nostra Associazione, affrontiamo questo periodo di emergenza in modo differente da prima: VICINI DA LONTANO SI PUO’.
Iniziamo dalle forme di volontariato a Km zero, come fare la spesa per l’anziano vicino di casa, ricordando però la necessità primaria di rispettare sempre le precauzioni igienico-sanitarie e comportamentali, mantenendo uno spirito collaborativo verso le autorità e la comunità, senza eroismi.
Ciascuno di noi sa come fare. Basta una telefonata per un saluto, una buona parola, per chiedere se c’è bisogno d’aiuto. In questi momenti, tra molte persone, non solo anziani, può aumentare il senso di solitudine e di disagio, facciamo sentire loro la nostra presenza positiva.
E’ tempo di mettere in pratica la parola tanto usata nello scoutismo “fratellanza”.
Da giorni stiamo pensando ad un possibile coinvolgimento esteso a tutti i nostri associati adulti per non muoversi in forma singola ma per il tramite di organizzazioni strutturate, seguendo le indicazioni impartite dalla Prefettura di Padova. Chi sarà disponibile è invitato a contattare personalmente il coordinatore di Co.Ca. per i capi e il proprio Capogruppo per quanto riguarda i genitori.
Per concludere, faremo tutto il possibile per continuare a far sperare e ad immaginare “ciò che splende dietro le nuvole più nere”, “buttando il cuore oltre l’ostacolo”! Stiamo sereni e guardiamo avanti con fiducia, orgogliosi di essere cittadini di un Paese meraviglioso.
Il Centro di Spiritualità Scout Carceri “Giulia Spinello” opera dal 2015 e da allora ha ospitato 2859 persone nel 2015, 2858 nel 2016, 4132 nel 2017 e 3206 nel 2018. L’ospitalità del Centro si concentra sulla casa, l’antica dimora del Padre Foresterario che, accanto alla porta medioevale, dava accoglienza ai pellegrini e a chi desiderava vivere in monastero per un periodo di pace e riflessione. La casa, di proprietà della Parrocchia di Carceri ed inserita nell’omonima Abbazia del 1400, è stata completamente ristrutturata attraverso donazioni e il lavoro dei volontari. Ora, per dare maggiore senso all’ospitalità che caratterizza il Centro e l’intera Abbazia, è necessario realizzare ulteriori servizi igienici, soprattutto a supporto di chi decide di soggiornare all’aperto, come tipicamente gli scout fanno. L’edificio progettato sarà realizzato sui volumi di un vecchio deposito e la ristrutturazione è già in possesso di tutte le autorizzazioni necessarie. Manca ora la parte economica, che fa affidamento alle attività del Centro stesso, all’apporto delle Associazioni Fondatrici e dalle donazioni. Dona o regala una donazione: contribuirai a rendere funzionale e bello il Centro che, immerso in un luogo dell’anima, offre ai giovani scout e non una opportunità di ascolto della propria vita e della Parola di Gesù, di preghiera personale e intima con Gesù Risorto e la comunità, di incontro con fratelli e sorelle che percorrono la stessa strada, per poter essere persone felici e libere come Cristo.
A inizio anno ci eravamo ripromessi di trasformare il nostro campo estivo in un’esperienza indimenticabile e così, lavorando sodo fin dai primi mesi con feste di compleanno e mercatini, siamo riusciti a vivere un’avventura all’insegna del wilde dello scambio fraterno e internazionale con gli scout del posto. La nostra meta, dopo molte ricerche e altrettanti confronti, è stata la Svezia!
Zaini in spalla e si decolla alla volta di Stoccolma, più precisamente al Parco Nazionale di Tyresta: inizia così la nostra route di cammino. Tra numerosi laghi cristallini, passerelle traballanti e fobia per le zecche (che comporta numerose e rigide spulciature), i primi giorni passano sereni; ma come dice il nostro saggio Capo Clan: «Un campo di cammino non è tale se non piove almeno un giorno»… l’hai chiamata Marco, eh? Arriva quindi il giorno di pioggia accompagnato da una brutta scoperta: il percorso ha il doppio del chilometraggio previsto! Nonostante la difficoltà e gli scarponi zuppi, affrontiamo la strada e nel mentre a strapparci un sorriso ci pensa Fraiciu con il suo “nuovissimo” passeggino adattato a portazaino. A darci l’energia lungo l’impervio sentiero della nostra route è una dieta “equilibrata e varia” a base di barrette, maltodestrine,buste liofilizzate, scatolette e sacchi di tonno da chilo.
Dopo i 106 kilometri percorsi tra boschi e natura selvaggia, dopo le innumerevoli zecche e le sere passate a filtrare e ionizzare acqua di lago, finalmente un po’ di civiltà! Arriviamo a Järna col calar delle tenebre e la sola soluzione è accamparci in un campo come abusivi. Sveglia all’alba, ci aspettano ore e ore di correzione fraterna!
Per ora abbiamo sperimentato solo l’aspetto wild, è il momento di approfondire anche quello culturale. Passiamo così l’ultima giornata per i musei e le vie del centro di Stoccolma guidati da Baba, capo scout di un gruppo locale. Tra selfie con San Giorgio, monumenti microscopici e aringhe fritte, il tempo vola! Siamo in ritardo per l’appuntamento della serata, una cena-scambio (con gnocchi al pomodoro, polpette svedesi e gelato) con il gruppo scout di Årsta, che termina con un allegro fuoco di bivacco e lo scambio dei fazzolettoni. Il ritorno è carico di sonno e «gioia» (come direbbe Isotta) che ci ripaga di tutti gli sforzi antecedenti e fatti in questo campo.
Venerdì 25 maggio 2018 durante l’assemblea annuale dei soci appartenenti all’AVSC, a seguito delle dimissioni di Alberto Santin, Capo Scout dal 2009, al quale va il nostro sentito GRAZIE e stima per il proficuo lavoro fin qui svolto, è stata eletta Susanna Paluan quale nuova Capo Scout con la funzione di presidente/legale rappresentante della nostra Associazione.
Susanna, 52 anni sposata con un figlio, è la prima donna Presidente nella storia dell’AVSC. Svolge l’attività di libero professionista in campo fiscale e tributario. Iscritta per la prima volta nel 1983 all’AVSC, al gruppo di Ponte San Nicolò 1, ha da sempre sostenuto l’Associazione in varie forme condividendone i principi e gli scopi.
Il nostro campo scout si è concluso ormai da due mesi circa ,è iniziato il primo di agosto ed è terminato dopo sette giorni portandoci a casa un sacco di emozioni e di ricordi .
Abbiamo organizzato un giro in bicicletta, cosi definito:
il primo giorno alle sei di mattina siamo partiti con i nostri mezzi dalla stazione di Padova.
Abbiamo preso in sequenza un paio di treni che ci hanno portati alla nostra destinazione, nonché prima tappa:
Bressanone.
Da qui è effettivamente iniziata la route, cosi strutturata:
E infine come punto di arrivo era la nostra sede a Padova .
Le tappe erano equilibrate andavano da 30km al massimo di 50km al giorno.
Ci sono piaciute molto le piste ciclabili del Trentino: erano attrezzate con molti punti d ‘ acqua e con un colpo d ‘ occhio eccezionale.
In questa settimana oltre ad aver pedalato molto, siamo riusciti a visitare Bolzano assaggiando anche il tipico panino con wustel e crauti, fatto il bagno nel lago di Caldonazzo dove c’erano anche le papere e infine camminato sopra le mura di cittadella.
Con le biciclette non ci sono stati problemi seri(abbiamo bucato solo l’ ultimo giorno),eravamo comunque attrezzati e preparati. Abbiamo infatti creato delle commissioni apposita per dividerci il lavoro:
una era dedita al percorso e a trovare gli alloggi,
la seconda si occupava delle manutenzioni ed eventuali incidenti che potevano capitare al mezzo centrale del campo: la bicicletta.
Questa esperienza ha reso il nostro clan più unito perchè abbiamo avuto anche l’ occasione di conoscerci più approfonditamente e anche grazie ad un intera mattinata occupata a fare la correzione fraterna.
Abbiamo trovato sempre bel tempo tranne il quarto giorno quando siamo partiti dall’ Azienda di Grigno che ci ha ospitati.
Abbiamo infatti percorso l’ intera tappa sotto la pioggia, toccando la velocita di 30km/h. La tappa più dura è stata quella dove abbiamo affrontato la salita tra Trento e Caldonazzo.
Era cosi dura che siamo stati costretti a proseguire con le bici a mano per tutto il tratto a parte due di noi che sono riusciti a percorrerla interamente su alla propria sella. Consigliamo ai clan che vogliono optare per questa scelta di armarsi di navigatore con una mappa delle piste ciclabili impostate e di prenotare con largo anticipo il treno definendo bene con il personale delle ferrovie dello stato le modalità di trasporto delle biciclette.
Consigliamo questa esperienza perché offre l’ opportunità di scoprire tanti luoghi in poco tempo divertendosi.