A inizio anno ci eravamo ripromessi di trasformare il nostro campo estivo in un’esperienza indimenticabile e così, lavorando sodo fin dai primi mesi con feste di compleanno e mercatini, siamo riusciti a vivere un’avventura all’insegna del wilde dello scambio fraterno e internazionale con gli scout del posto. La nostra meta, dopo molte ricerche e altrettanti confronti, è stata la Svezia!
Zaini in spalla e si decolla alla volta di Stoccolma, più precisamente al Parco Nazionale di Tyresta: inizia così la nostra route di cammino. Tra numerosi laghi cristallini, passerelle traballanti e fobia per le zecche (che comporta numerose e rigide spulciature), i primi giorni passano sereni; ma come dice il nostro saggio Capo Clan: «Un campo di cammino non è tale se non piove almeno un giorno»… l’hai chiamata Marco, eh? Arriva quindi il giorno di pioggia accompagnato da una brutta scoperta: il percorso ha il doppio del chilometraggio previsto! Nonostante la difficoltà e gli scarponi zuppi, affrontiamo la strada e nel mentre a strapparci un sorriso ci pensa Fraiciu con il suo “nuovissimo” passeggino adattato a portazaino. A darci l’energia lungo l’impervio sentiero della nostra route è una dieta “equilibrata e varia” a base di barrette, maltodestrine,buste liofilizzate, scatolette e sacchi di tonno da chilo.
Dopo i 106 kilometri percorsi tra boschi e natura selvaggia, dopo le innumerevoli zecche e le sere passate a filtrare e ionizzare acqua di lago, finalmente un po’ di civiltà! Arriviamo a Järna col calar delle tenebre e la sola soluzione è accamparci in un campo come abusivi. Sveglia all’alba, ci aspettano ore e ore di correzione fraterna!
Per ora abbiamo sperimentato solo l’aspetto wild, è il momento di approfondire anche quello culturale. Passiamo così l’ultima giornata per i musei e le vie del centro di Stoccolma guidati da Baba, capo scout di un gruppo locale. Tra selfie con San Giorgio, monumenti microscopici e aringhe fritte, il tempo vola! Siamo in ritardo per l’appuntamento della serata, una cena-scambio (con gnocchi al pomodoro, polpette svedesi e gelato) con il gruppo scout di Årsta, che termina con un allegro fuoco di bivacco e lo scambio dei fazzolettoni. Il ritorno è carico di sonno e «gioia» (come direbbe Isotta) che ci ripaga di tutti gli sforzi antecedenti e fatti in questo campo.